Quando ci si accorge di essere innamorati?
“Di solito me ne accorgo da un labbro imbronciato, da una fossetta fra sopracciglia arrabbiate, da una risata buffa e ingombrante. Quando mi scopro non solo a notare, ma anche ad immortalare le piccole particolarità intime e distintive di ognuno, capisco di essere innamorato. Non importa se di una compagna, o come in questo caso, di una città.”
Questa storia d’amore inizia nel ferragosto romano, quando dal quotidiano caotico e frizzante si passa ad una surreale calma e riflessiva desolazione.
Le smorfie di Roma che ci siamo ritrovati ad ammirare ed immortalare sono i Bangla.
Abbiamo trovato gli off-licence romani affascinanti e diversi da tutti quelli delle città in cui abbiamo vissuto.
I Bangla sembrano avere una grammatica visiva unica, incurante dal quartiere in cui si trovano, da Centocelle a Ponte Milvio, da Trastevere a Porta Maggiore. Luci colorate, cartelli scritti a mano, colori caldi e intensi da giostre, disposti in un’armonia caotica che rende la visione dei loro negozi calma e pacifica, quasi familiare.
Sono bazar esotici gestiti spesso anche da ragazzi giovani. Come cattedrali luminose in mezzo al deserto ferragostiano danno sollievo alla Roma verace, dando dolci a ragazzini in chimica, latte a chi scende dai notturni dopo le serate, che oramai è mattina, il piatto di pasta allo smemorato della domenica, la birra o il vino rilassante delle 21.30 alla donna in carriera.
I Bangla sono diventati così nel nostro progetto la piccola fossetta discreta testimone di un sentimento più intimo sbocciato tra noi e questa città.